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Arriviamo all’aeroporto di Stansted (volo Ryanair) di buon mattino prendiamo l’autobus Terravision che ci porta in quasi un’ora a “Liverpool Street”. Il nostro albergo è nelle vicinanze della stazione ma per non sbagliare entro in un pub di fronte alla fermata a domandare informazioni. Il pub è il “White Hart” ed il barman, gentilissimo, mi indica la strada ed io ne approfitto per bagnare la mia vacanza con una London Pride. Arriviamo in albergo, depositiamo i bagagli e ci rinfreschiamo, quindi decidiamo di andare a mangiare qualche cosa.
Con la scusa che il barman era stato gentilissimo e mi sembrava doveroso ricambiare, ritorniamo al White Hart (quando ero entrato a chiedere informazioni avevo letto su una lavagna che avrebbero trasmesso Manchester United contro Liverpool). Questa volta scendiamo nella sala sottostante la “Pie House” dove si può
mangiare. Prendiamo un piatto a base di pollo con backon e formaggio fuso, davvero gustoso, ed il classico “Sunday Roast”. Tra un boccone e l’altro salgo al piano superiore e mi unisco subito ai tifosi dello United. Fortuna vuole che Wes Brown faccia gol e così scatta un bel giro di Ale. Seguo l’onda del tifo e mi bevo anch’io una “Timothy Taylor Landlord una bitter ale di 4,3 gradi prodotta nell’ovest dello Yorkshire. Decisamente più amara delle altre Ale ma buona. Dato che sono a Londra con la famiglia non posso restare a vedere tutta la partita (ahimè) e così recupero moglie e figlio e prendiamo il metro, destinazione Notting Hill. Scesi alla fermata di Notting Hill Gate ci incamminiamo verso Portobello alla ricerca di bancarelle e… pubs. Sono circa le 14 e sarebbe ora di un buon caffè per aiutare la digestione, ma dato che non è proprio il caso di berlo a Londra, convinco la famiglia che una birretta sistemerebbe tutto e così butto l’occhio qua e là alla ricerca di un pub che mi ispiri.
Di pub ce ne sono veramente tanti ma non in tutti possono entrare i bambini. (mi sono informato del perché i bambini non possano entrare in alcuni pubs e mi è stato detto che a seconda del tipo di licenza cha ha il pub i bambini possono entrare o meno: ad esempio al “Clarence” in parlament street i bambini non sono ammessi dalle 19 in poi mentre al Red Lion (sito poco prima) non possono mai entrare). Entriamo al “Earl of Lonsdale” di Portobello Road. Il pub, tutto in legno, ha il bancone al centro del locale ed ai lati, sotto le finestre dal vetro smerigliato, ci sono una serie di tavolini. C’è una sala al piano superiore con un altro banco e relative spine, ed
una laterale riservata ai non fumatori con tavolini bassi e divanetti di pelle. Ci accomodiamo e, consigliato dal barman, bevo una “Alpine Lager” (che non mi soddisfa molto). Terminata la birra, dato che piove, riprendiamo il metrò e ci dirigiamo verso la zona di Westminster per una visita all’abbazia ed al Big Ben
(ne vale veramente la pena).Ormai si è fatta sera e dobbiamo pensare alla cena: in zona ci sono diversi pub e tutti molto belli. Con la scusa di chiedere se i bambini possono entrare, ne visito un paio. Dato che
non è educato entrare in un locale senza consumare, al “Red Lion” mi bevo una sana DoomBar (e devo dire che questa mi soddisfa parecchio ma ne posso bere solo una…ho i minuti contati). Anche questo pub, come la maggior parte a Londra, è completamente di legno con bancone al centro sala al piano superiore e saletta a fianco.
Proseguiamo la ricerca e poco dopo troviamo il “Silver Cross”. Qui c’è la zona non fumatori e i bambini sono ammessi. A differenza di Dublino in tutti i pub si trova qualcosa da mettere sotto i denti e noi, per non sbagliare, scegliamo il Fish and Chips (molto buono). Chiudo la serata con una London Pride, forse la più classica delle bitter ale di Londra, ma, a mio modesto parere, è la più buona. La giornata successiva si apre all’insegna della pioggia e, dato che sono in vacanza con la famiglia, decidiamo di recarci al “Science Museum”. Per chi ha figli, e non solo per loro, vi consiglio di andarci: tra dinosauri, vulcani, balene e simulazioni di terremoti li farete veramente felici e,
come nel mio caso, non oseranno negarvi una visita al pub all’uscita del museo. Attenzione però và accontentata anche la moglie così, dato che ci troviamo nelle vicinanze, ci dirigiamo tra Brompton Road e Knightsbridge dove come d’incanto le faccio trovare Harrods. Qui vi assicuro, anche se vi costa un po’ caro, le donne si dimenticano di voi ed io infatti le lascio alle loro compere a vado ad aspettarla al pub. Ritornando sui nostri passi entro al “Bunch of Grape” splendido pub e, finalmente, con calma posso gustarmi una bella birra. Questa volta opto per una “Samuels Smith’s”; sarà che finalmente posso bere in tranquillità ma questa mi sembra veramente eccezionale.
Approfittando ancora di Harrods, mi dirigo un po’ più a nord ed entro al “Paxton Head” dove prendo una “Tetley’s”: una buona birra ambrata che, da come sembra, venga fatta fermentare in apposite vasche che le conferiscono questo gusto molto vigoroso. Purtroppo si è fatto tardi e
devo recuperare la famiglia. Approfittando dell’eccitazione per la visita ad Harrods convinco tutti a prendere il Metro, attraversare la città per fare una camminata al tramonto sul Tower Bridge. (mossa fatta chiaramente non a caso). E’ quasi ora di cena e decido di giocare d’astuzia: appena passato il ponte conduco il gruppo sulla sinistra dove casualmente ci troviamo di fronte alla soglia del “The Anchor Tap” . Pub storico (mesce birra dal 1770) ed anche molto bello:
oltre alla sala in entrata ce ne sono un altro paio ai lati ed una sopra ed anche un bel Beer Garden. (Purtroppo anche se siamo a fine giugno la temperatura è tutt’altro che estiva ci sono 10 gradi!!). Così ci accomodiamo nella saletta laterale ed ordiniamo Fish and Chips e bistecca di manzo chiaramente accompagnati da una birra. Questa volta scelgo una “Theakston XB”. Una Ale ambrata dal sapore deciso spillata con pompa manuale (come in tutti i pub di londra) Un bel modo per chiudere la serata.
Terzo giorno. Visto che se accontento la famiglia poi godo anch’io li porto tutti in Regent street al “Hamleys” 6 piani di giocattoli ed altri divertimenti per i
bambini. E mentre loro se la spassano io esco e girando subito a destra mi butto in Carnaby street. Dove, oltre a molti negozietti, ci sono anche tanti pub splendidi. Entro al Shakespare’s Head e questa
volta, per proseguire sulla falsa riga della sera precedente, assaggio una “Theakston Old Peculier” (circa 6°). Il cameriere (Paul) mi dice che solitamente non la tengono dato che si tratta di una ale diversa da quelle che prediligono gli inglesi: infatti è di colore scurissimo ma il gusto è molto più delicato rispetto alle ale ambrate. Imparata anche questa, faccio
ancora 4 passi (la famiglia è ancora da Hamleys) ed entro al White Horse dove mi intrattengo con dei
simpatici signori che bevono una Peroni, io invece assaggio una “Moorland Original”, una classica ambrata bitter ale inglese.
Nel pomeriggio, devo guadagnarmi altri punti per la serata, e faccio lo “sborone” porto tutti a prendere un The da “Fortnum & Mason” a Piccadilly. Dopo il the prendiamo un autobus e ci dirigiamo al “Globe” il famoso teatro di Shakespeare ricostruito come l'originale. Visitato il
teatro passiamo il Tamigi sul Millenium bridge e ci incamminiamo verso la zona dei teatri. Dato che è l’ultimo giorno e dobbiamo ancora scrivere le cartoline, suggerisco di entrare in un pub e così entriamo al “The George”. Pub storico con salone molto ampio e profondo al
termine del quale si apre una saletta con comode poltrone di pelle. Mentre il resto della famiglia inizia a scrivere le cartoline, vado a far conoscenza con Peter,il barman, tipo molto simpatico e gentile tanto che, quando gli chiedo consiglio su che birra bere, me le fa assaggiare tutte:
Doombar, Adnams, Ipa e HBB. Per me scelgo la prima, molto robusta, mentre per mia moglie prendo la Adnams, più soft. Terminata l’operazione cartoline facciamo una camminata dalla zona teatri sino a Piccadilly Circus e, per guadagnarmi il bonus per la sera, porto tutti verso Regent Street dove passiamo davanti ad una serie di negozi (Zara,
Gucci, Burberry ecc) dai quali le donne vengono letteralmente risucchiate. Così, solo ed abbandonato, vengo incaricato di cercare un pub per la cena e mi tocca dirigermi nella vicina “Brewer Street”.
Già il nome promette bene, e francamente mi ci perderei volentieri, ogni dove ci si gira c’è un pub. In tutti però è vietato l’ingresso ai bimbi a parte il “Devonshire Arms” in Sherwood Street, laterale di Brewer Stret. Mando mio figlio a recuperare le donne mentre io mi intrattengo con una rossa: la Bombardier bitter.
Visto che le donne indugiano ancora nei negozi, prima di andar loro incontro, mi concedo una “Carling black label” una doppio malto dal colore dorato di ben 9 gradi. Restiamo in zona Piccadilly Circus per la
cena e d entriamo al Leicester Arms in Glasshouse Street, una delle laterali che parte da Piccadilly Circus. Prendiamo del pollo con le patatine ed io bevo una John Smith. Questa non è la classica Ale Inglese ed infatti viene spinata. L’aspetto e la schiuma che sale lentamente, ricorda le Cream Ale di un tempo.
Siamo giunti al giorno della partenza e, dopo una colazione abbondante, ci incamminiamo per l’ultimo giro nella capitale inglese. Ritorniamo in Trafalgar Square e verso mezzogiorno entriamo all’Old Shades pronti per un aperitivo. Mia moglie si prende una London Pride piccola (half) ed io invece una Moore House’s, una classica bitter ale. Ritorniamo in albergo e, recuperati i bagagli, ci dirigiamo verso Liverpool Street dove prenderemo l’autobus che ci porterà in aeroporto. Visto che dobbiamo pranzare ci fermiamo di nuovo al “White Hart” per un sandwich. Prendiamo posto in un tavolino vicino al bancone e, mentre scatto qualche foto, chiacchiero un po’ con il barman Gabriel (tra l’altro scopro che parla anche italiano ha infatti vissuto per sei mesi a San Stino di Livenza) che mi dice che da marzo a maggio vengono proposte delle nuove ale e così ne assaggio una la “Coach House Dick Turpin”.
Birra ambrata dall’odore e dal retrogusto caramellato con la quale chiudo la mia vacanza e il mio racconto ricordandovi che il momento per bere una buona birra lo si può trovare in qualsiasi posto e se proprio non si riesce o non si può trovarlo si può sempre inventarlo.
Birroviaggio indicato per tutti gli appassionati di birra che si trovano in vacanza con la famiglia e devono cercare di far convivere le due cose.
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