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Quest’anno per il birroviaggio andiamo più a nord e precisamente in Scozia, prima tappa destinazione Dundee.
Partenza da Venezia alle 15 ed arrivo ad Edimburgo alle 16.35, arriviamo in perfetto orario ma aspettiamo quasi un’ora e mezza per ritirare il bagaglio da stiva. Dato che ormai la giornata è andata prendiamo l’autobus fino alla stazione dei treni e, in attesa del treno per Dundee, ci rechiamo al Guilford arms sito a due passi dalla stazione, per rifocillarci. Esordiamo con una Timothy Taylor ‘s e proseguiamo con una Orkney Ipa della Swannay Brewery, parzialmente ripresi dalla rabbia per il bagaglio, prendiamo il treno per Dundee e dopo circa un’ora e mezza sbarchiamo nella capitale dell’Angus. È giovedì sera ma sia le strade che i locali sono deserti (è vero che sono le 10 di sera), iniziamo la nostra vacanza didattica entrando al “Trades House”, il locale non è male, entrando sulla sinistra c’è lungo bancone corredato di spine (non ci
sono pompe), e di fronte, davanti
ad una parete di legno con delle
finestre con i vetri decorati, dei
tavolini con divanetti in stile
“Chester”. Siamo praticamente gli
unici clienti, ma non ci perdiamo
d’animo e cominciamo con una Belhaven Best, non totalmente soddisfatti usciamo e prendiamo Reform Street
per arrivare in Albert Square dove si
trova il Counting house un Wheterspoon
dove beviamo (al costo di 1.88 sterline)
una 80 shelling della Belhaven da 3.9%,
proseguiamo poi (2.66 pounds) con una
Doombar Amber Ale. Si son fatte ormai
le 23.30 decidiamo di rientrare in albergo.
Il giorno dopo alle 8.00 siamo già attivi e iniziamo con una colazione a base di omelette con formaggio e bakon, quindi rientriamo in albergo e ci facciamo chiamare un taxi che ci porterà al birrificio Mor che si trova ad una decina di chilometri da Dundee e precisamente a Kellas. Il paese praticamente non esiste ci sono una serie di stradine e casette e dopo un’estenuante ricerca Kekko individua un paio di fusti fuori da una casa e

"Alla Scoperta dell'Angus"
Rygby's
The Nova Scotia
The Knights Templar
The Poste House
così capiamo che siamo arrivati a destinazione. Ad accoglierci troviamo il mastro birraio (magazziniere, commerciale, addetto alle consegne, addetto alle pulizie ecc) Dominique. Che molto gentilmente ci fa visitare il minuscolo birrificio e ci spiega come avviene la lavorazione della sua birra.
Terminata la visita ed effettuate le foto di rito, usciamo in strada (ovviamente deserta) per cercare un modo per rientrare a Dundee. La dea bendata ci da una mano e dopo due minuti passa un autobus diretto proprio a Dundee. Qui subentra l’intuizione e l’esperienza di Pieri che suggerisce di fermarci per strada e precisamente a Broughty Ferry località sita sulla foce del fiume Tay. Dopo una passeggiata in riva al mare (si potrebbe anche
visitare il museo (il Broughty Castle Museum), ci dirigiamo al “Fisherman Tavern” (che è anche un Hotel) per pranzare, il menu è molto ricco: si va dagli antipasti che tra le altre cose prevedono la zuppa del giorno, gli “Haggis fritters” le chicken wings ecc, poi si può gustare del Camembert britannico al forno, il fish and chips, la sirloin steak, ma anche delle cozze ed altri tipi di pesce. Mentre decidiamo cosa mangiare ci prendiamo 2 black sheep e 2 Yard Beer della Greene King. Effettuata la scelta del cibo, continuiamo con altre 4 Yard Beer (a cui faranno seguito altri 2 giri). Usciamo dal Fisherman Tavern e ci dirigiamo al Royal Arch dove troviamo
Fellows Morton & Clayton
Caledonian Best (meglio). Rifocillati ci dirigiamo verso l’abbazia e dopo una breve visita (che ha provocato diversa arsura nelle nostre gole soprattutto ai 3 eretici che mi porto appresso) varchiamo la soglia del “The Corn Exchange” un Wheterspoon (ancora più economico di quello di Dundee ci sono Real Ale che vanno da 1 sterlina e 77 ad un massimo di 2 e 77) scegliamo di iniziare con una Old Peculiar della Theakston e, prima di prendere il treno, gustiamo una Abbot Ale della Greene King.
Exteter Arms
The Last Drop Inn
The Red Lion
Il giorno seguente, dopo una full scottish breakfast che ci mette di buon umore ci uniamo a Kevin che gentilmente con la sua auto ci accompagna prima a Queensferry sulla costa orientale della Scozia da dove è possibile ammirare il Forth Bridge che è il più grande ponte d’acciaio del mondo, oltre al ponte però ci sono anche un paio di locali da non sottovalutare e precisamente “The Ferry Tap” e “The Haves Inn”. Purtroppo la fortuna non è con noi: il primo è chiuso (è addirittura in vendita) me ntre il secondo (che è anche un Hotel) ha finito i cask
La cittadina non è un gran che, è famosa per la sua abbazia e per l’Arbroath Smoked. Noi ci dirigiamo verso il porto, piccolino ma bello, e da li prendiamo il sentiero che ci porta sulle cliffs. Il sentiero è agevole e tenuto molto bene e ci sono diversi punti per ammirare il panorama o delle rocce modellate dal mare che sono veramente belle. Dopo un’oretta di cammino decidiamo di ritornare in paese per assaggiare il famoso eglefino affumicato. Entriamo al “The Old Brewhouse” dove ordiniamo il famoso pesce affumicato (molto buono) e lo bagnamo prima con 4 Guinness (non un granchè) e poi con 4
The Crab
The Titanic
Proseguiamo il cammino verso la zona della stazione ed entriamo al “The Conan Doyle”, qui Keko va di Guinness mentre io mi faccio tentare da una “Conan Doyle” una classica Scottish Heavy da 4.4 gradi dal sapore molto erbaceo, che mi conquista. Usciamo dal pub e ci incamminiamo verso Candelmaker Ros dove a fianco della famosa statua troviamo il “Greyfriars Bobby Bar”. Famoso per il cane che ha vegliato per lunghi anni sulla tomba del padrone. Il pub è molto bello e curato, tutto in legno scuro con un soppalco ampio che funge da dining room, è anche questo un pub della Nicholson’s e questa volta, per non
Traendo le conclusioni diciamo che per la prima volta abbiamo mangiato abbastanza bene, dal lato della birra bene anche se purtroppo non c’è stata molta possibilità di scelta, soprattutto ad Edimburgo e quindi siamo già pronti per un’altra missione nella grande isola alla scoperta delle migliori Real Ale!
Forth Bridge
The Borough
The Dancing Man Brewery
Home
Home
The Guilford Arms
Mor Brewery
The Black Weir Tavern
The Royal Arch
The Horse & Groom
The Star & Garter
The Fishermann's
The Titanic
il pub è famoso e parecchio recensito ma i publican non sono assolutamente all’altezza del nome. Ci facciamo un giro della Esb fatta appositamente per il locale dalla Greene King Brewery “The World’s End Bitter” da 3.9 gradi. Ormai si è fatta ora di cena e decidiamo di consumarla al The Mitre un altro pub menzionato dal Camra che però presenta sempre le stesse birre e infatti
The Guilford Arms
The Fisherman's Tavern
The Old Brewhouse
Bill
The Toolboth Tavern
The Haunch of Venison
The Bow Bar
Cramond Inn
The New Inn
The Barony
The Conan Doyle
The Pheasent Inn
The Pheasent Inn
The World's End
The Doctors
The Trades House
The Trades House
The Counting House
The Fisherman's Tavern
una Caledonian Ipa da 4.2% del birrificio Mor del nostro amico Dominique che è veramente buona, assaggiamo poi una “dizzy Blonde” una Amarillo pale ale ale del birrificio Robinsons da 3.8% così così. Il paesino è piccolo ma pullula di pubs e allora proseguiamo la visita dirigendoci al “Eagle Coaching Inn” qui non ci sono cask ma l’atmosfera è quella giusta: karaoke, gente che balla e sbronze sesquipedali!
Noi iniziamo con una sempre valida Belhaven Best e proseguiamo con 4 Corncrake una blonde lager della Orkney Brewery; non paghi chiudiamo con 4 Heavy della Mc Ewans. Decidiamo di rientrare ma veniamo di nuovo risucchiati al “The Ship Inn” qui hanno cask e iniziamo con 4 “Northern Light” una Blond Ale del birrificio Orkney davvero buona e, dopo un paio di foto con la “Madame” conquistata da Pieri ci congediamo con 4 John Smith Smooth.
The Royal Arch
The Eagle Coaching inn
The Ship Inn
The Eagle Coaching inn
The Ship Inn
Finalmente riusciamo prendere un autobus e rientriamo a Dundee per il bicchiere della staffa, ci dirigiamo al Phoenix dove chiudiamo definitivamente la giornata con 4 Deuchars Ipa. La sveglia del giorno successivo è accompagnata da un “sano” Hangover e per scacciarlo niente di meglio di un ottimo Irn Bru. Passato il cerchio alla testa ci dirigiamo alla ricerca di un caffè, fatta colazione proseguiamo verso la stazione dove prendiamo il treno per dirigerci ad Arbroath località sita a circa 20 chilometri a nord di Dundee
Arbroath Abbey
The Corn Exchange
The Corn Exchange
Arrivati a Dundee Pieri e Kekko decidono di entrare
in un negozio di souvenir mentre io e Denis li
aspettiamo al “Star & Garter” dove troviamo
un’altra Mor e precisamente una Auld Money
(vincitrice della medaglia di bronzo nel 2021 per le British dark beers) gli altri due sodali (a fiuto) non tardano a trovarci e così facciamo un altro paio di giri di nettare di Dominique mentre Denis conquista la barmaid che addirittura gli regala la maglietta del pub.
(per noi solo tanta invidia).
The Star & Garter
Ci rimettiamo in cammino e dopo 120 metri faticosissimi entriamo al “The Pillars” un altro pub storico di Dundee (il più vecchio del centro), qui ci dissetiamo con 4 “Fresh legs” una golden ale sempre del birrificio Greene King. Usciti dal Pillars andiamo a bere l’ultima al “The Duke’s corner”, non ci sono cask ma dalla parete escono una serie infinita di spine, io scelgo per tutti una “Amarillo” mi piace il nome perché ricorda il luppolo che utilizziamo noi. Purtroppo l’abito non fa il monaco e quella che sarà l’ultima birra di Dundee risulta abbastanza una ciofeca.
Domenica 24 settembre, sveglia presto e si va alla ricerca di un caffè. La città è (come sempre) deserta e tutti i locali sono chiusi così entriamo al Wheterspoon Counting House dove riusciamo finalmente a berci un caffè (con refill gratuito). Finita la parca colazione ritorniamo in albergo per riprendere i bagagli e quindi ci dirigiamo in stazione per prendere il treno che ci condurrà ad Edimburgo. Arrivati nella capitale andiamo in albergo (sito nel Royal mile), depositiamo i bagagli (quasi tutti perché non hanno più spazio) ed iniziamo ad esplorare la città.
Dopo alcuni tentativi capiamo che i pub aprono alle 12 e così facciamo una passeggiata fino al castello per ingannare il tempo e ritornando indietro riusciamo (finalmente) a fare una tappa e precisamente al “The Deacon Brodies Tavern”, pub intitolato a William Brodies, diacono di Edimburgo che di notte, con chiavi falsificate, rapinava i ricchi della città per mantenere le sue amanti ed il
suo gioco d’azzardo. Si dice che questa doppia personalità abbia ispirato Stevenson nella scrittura del suo famoso romanzo “lo strano caso del Dottor Jekyll e di Mr Hyde. Bando alle ciance iniziamo con 4 pale ale della Austell per accompagnare dei sempre validi pork scratching, vista la fatica fatta per trovare un pub aperto decidiamo di concederci un secondo giro e questa volta andiamo su una Bitter & Twisted una golden ale del birrificio Harviestoun. Dissetatici ci dirigiamo alla ricerca di un pasto caldo e cammin facendo ci imbattiamo nel “The Albanach” dove ci servono una Deuchars Ipa, purtroppo qui anziché utilizzare il classico bicchiere da pinta usano il “mug” che non rende giustizia alla birra, usciti dall’Albanach ci dirigiamo verso il Toolbooth Tavern (le vecchie carceri di Edimburgo dove venne impiccato il diacono William Brodies) anche qui hanno poca scelta, anzi una sola alla pompa la Deuchars Ipa, perlomeno
viene servita nel suo bicchiere ed è tutto un altro bere. In attesa di collegarci per la partita dell’Udinese (ormai per noi è una tradizione) ordiniamo da mangiare: iniziamo con degli Haggis bon-bons, delle polpettine di Haggis impanate e, per restare sulla tradizione, degli haggis neeps and tatties, l’Udinese fa fatica e quindi ci diamo coraggio con un altro giro di Deuchars. Nel frattempo ci ha raggiunto Kevin e quindi si brinda ancora..Purtroppo l’Udinese soccombe e, una volta consolatici con un’altra birra, usciamo risaliamo il Royal Mile e all’altezza del castello scendiamo le scale che ci condurranno in Grassmarket.Qui, a livello di pub, non c’è che l’imbarazzo della scelta e, per non far torto a nessuno, in rigoroso ordine di apparizione li facciamo tutti.
Comunque venendo al sodo mentre discutiamo su Maggie io e Denis prendiamo una Belhaven Black, una stout scozzese (4.2 gradi) molto beverina brassata con aggiunta di malto chocolate che da un aroma di cacao fondente, Keko e Pieri invece optano per una Belhaven 1719, una pale ale da 4.5 gradi. Terminato il giro sulla piazza della forca torniamo indietro e dopo circa 50 metri troviamo il “The White Hart Inn” dove ci facciamo un giro veloce di Abbot Ale, e poi riprendiamo il cammino verso destra e dopo
mentre il secondo (che è anche un Hotel) ha finito i cask e così ci prendiamo un sidro. Consumata la bevanda Kevin ci porta a Cramond Village, famoso perché è legato da una striscia di terra lunga un miglio a Cramond Iland dove sorgeva una fortificazione per combattere le navi tedesche durante la seconda guerra mondiale. Infatti sulla strada che collega il villaggio e l’isola c’è ancora una barriera antinave che scompare con l’innalzarsi dell’alta marea. Ma questo villaggio è famoso anche perché qui si trova il pub più vecchio di Edimburgo “The Cramond Inn”. Kevin ci dice che qui fanno una zuppa di lenticchie con degli sfilaccini di carne che ovviamente prendiamo (buona) e l’accompagnamo con una “Alpine Lager” della Samuel Smith da 4.5 gradi, per chiudere il pasto prendiamo, sempre della Samuel Smith, una Bitter, più amara e più piacevole. Siamo al termine di una piacevole gita e gentilmente il nostro amico Kevin ci riorta ad Edimburgo.
The Albanah
The Deacon Brodies Tavern
Iniziamo svoltando a sinistra e troviamo “The Last drop” il cui nome deriva dal fatto che durante il XVIII secolo, l'area davanti al pub ospitava anche una delle principali forche della città, con la folla che si radunava regolarmente per assistere alle esecuzioni pubbliche. Si dice che gli uomini condannati venissero portati per il loro ultimo pasto nel pub mentre per loro veniva preparata la forca dall'altra parte della strada, da questo deriva il nome che tradotto sta per “L’ultimo nodo”. Anche questo è un pub “Nicholson’” e prendiamo
The Last Drop
The Beehive Inn
The Whiete Hart Inn
una loro pale ale che viene prodotta al birrificio St Austell, usciamo e solo dopo 5 metri entriamo al “Maggie Dickson’s” (anche questo ha la sua storia di impiccagione, si narra infatti che Maggie Dickson’s fosse una pescivendola che, mentre il marito pescava, arrotondava in altri modi. Si dice che fosse a servizio presso una famiglia agiata e che rimase incinta di uno dei figli del padrone, nascose la gravidanza e quando partorì uccise il figlio per non perdere il lavoro. Fu però scoperta e condannata a morte per impiccagione. Una volta impiccata venne messa nella bara, caricata in un carro e portata via per essere seppellita a diversi chilometri da Edimburgo, durante il tragitto il conducente sentì dei rumori provenire dalla bara e scoprì che Maggie non era morta (si dice che avesse corrotto il boia affinchè allentasse il nodo scorsoio). Maggie così riprese a fare la solita vita lontano da Edimburgo e rimase famosa come “Maggie half hanged”).
The Black Bulln
una decina di passi entriamo al Beehive Inn per gustarci una Best Bitter fatta appositamente per il locale, 4 gradi e molto gradevole, l’ultima birra in Grassmarket andiamo a prenderla al Black Bull n.12 ed è una 61 deep un’ottima pale ale della Marston da 3.8 gradi. Più che appagati ci prendiamo una pausa e andiamo a farci una camminata prima di cena, passando per “The Three sisters” dove sul maxi schermo proiettano Scozia - Tonga per il mondiale di Rugby, qui ci facciamo un sidro veloce e poi si va a cena di angus e costicine al “Chop House”. La serata la chiudiamo al “The Bow Bar” con un Whisky Ragganmore.
The Three Sisters
The Bow Bar
The Maggie Dickson’s s
The Ferry Tap
The Haves Inn
.Terminata la gita Kevin ci riporta ad Edimburgo e noi riprendiamo l’esplorazione dei pub dal “The Barony” sito in Broughton street. Pub bello con un’ampia sala a fare da corredo ad un lungo bancone da dove spuntano le pompe delle Real Ale dalle quali scegliamo una Ipa della William Jocker da 5 gradi, dal colore chiaro (quasi dorato) forse un po' troppo fruttata per noi ma comunque beverina.
Cramond Land
Cramond Inn
prendere sempre la stessa pale ale, decidiamo di andare su un paio di birre prodotte ad Edimburgo dal birrificio Stewart. Evitiamo la “Juicy Ipa” e Pieri e Denis vanno su una “Jack Back” una Session Ipa da 3.7 gradi anche questa con sentori di frutta esotica però con un retrogusto amaro molto piacevole; io e il buon Keko invece proviamo una Stewart 80%, una classica Scottish Heavy da 4.4 gradi dal classico colore ramato, molto maltata e con una consistenza morbida e cremosa. Una volta finite le pinte e provveduto all’acquisto della maglietta del pub, usciamo facciamo una tappa al “The Doctors” (in onore del nostro amico medico Gigi) dove ci concediamo una pale ale della Black Ship, una classica britannica, e proseguiamo verso Royal Mile per entrare al “The World’s End”,
cenando prendiamo una Pale Ale della Nicholson’s. la cena non è male, prendiamo come antipasto un paio di Haggis, Neeps & Tatties, il classico Haggis accompagnato da purè di rape e patate, e poi ci facciamo uno smoked salmon.Chiudiamo la serata al “Tow Bar” con un whisky.
Siamo arrivati al giorno della partenza e mestamente espletiamo il rito del check out e dell’acquisto dei souvenirs, quindi ci dirigiamo verso la stazione per prendere l’autobus che ci condurrà all’aeroporto. Cammin facendo ci fermiamo, per quella che sarà l’ultima pinta di questa vacanza, al Wheterspoon “The Booking Office” e chiudiamo come meglio non si poteva con una Ale del birrificio Mor del nostro amico Dominique.
The Mitres
The Booking Office