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Arriviamo a Charleroi alle 10.00 circa, prendiamo l’autobus che in un’ora ci porta alla stazione di Bruxelles. (per l’esattezza alla Gare du Midi).
Ci incamminiamo alla ricerca del nostro albergo, dopo circa mezz’ora di cammino stanchi ed assetati entriamo in un piccolo bar. Le titolari sono indaffarate ad addobbare il locale, il 21 luglio infatti ricorre la festa nazionale belga. Ci sediamo ad un tavolino ed
Commesso l’errore, (anche i migliori sbagliano), decidiamo di andare sul sicuro e puntiamo verso il nr. 7 di Rue Montagne Aux Herpes Potageres e varchiamo la soglia della mitica “A La Mort Subite” Brasserie del novecento produttrice dell’omonima birra. Assieme ad un piatto misto di affettati e formaggi locali, ci prendiamo due “Ciney Blonde”. Il locale è veramente bello: sulla parete destra corre un lungo bancone con le spine delle birre da loro prodotte, sulla sinistra la parete è ricoperta di specchi e quadri vari, in fondo c’è una larga scala in legno che conduce al piano superiore. Consigliati da Patrick e da Viviane, due dei camerieri, proviamo due Faro ottime anche queste.
Chiudiamo la serata con una visita al “Toone”. Birreria sita al nr.6 della Petite Rue des Bouchers Impasse Schuddeveldgang, al cui interno si trova anche un famoso teatro di marionette. Qui ordiniamo una ciotola di cubetti di formaggio da gustare con del sale di sedano e due “Kwak” servite nei caratteristici chevalier. Il giorno dopo alzatici di buon mattino passeggiamo per il centro e visitiamo
la cattedrale di Saint-Michel. Ci dirigiamo quindi verso la caratteritica Rue des Bouchers dove i camerieri fanno a gara per accaparrarsi i clienti ed anche noi Veniamo prontamente catturati da uno di loro che ci farà gustare le famose Moules o mosselen in fiammingo (cozze con le patatine).
Verso le 16 (ora in cui aprono i locali) ci dirigiamo al nr. 12 dell’ Impasse Saint Michel Rue du Marché aux Herbes alla volta de “Au bon vieux temps” il locale è molto accogliente con uno splendido bancone e le pareti in legno. E’ gestito da due simpatiche signore.
Ci accomodiamo nella saletta ed ordiniamo due faro e la solita scodella di formaggio con sale di sedano. Terminate le birre partiamo alla volta del numero 11
ordiniamo due panini e due “Kriek Saint Louis” alla spina; l’esordio non poteva essere migliore tanto che decidiamo di concederci subito il bis. Ristoratici raggiungiamo l’albergo e, depositati i bagagli e sbrigate le formalità di rito, ci dirigiamo alla volta della Grand Place. Qui, attirati da un subdolo cartello, entriamo nel Musee des Brasseurs Belges (Grand-Place 10) con materiali di un’antica birreria artigianale belga del XVIII secolo; a nostro parere da evitare; praticamente tutto, anzi niente, in una stanza. Unica nota positiva che al termine del giro (della stanza) ci viene offerta una discreta birra.
di Rue de Tabora dove ci attende uno dei locali più caratteristici e famosi di Bruxelles: “La Becasse”. Entrati nella sala centrale; alla nostra destra troviamo il banco, non molto grande, sul quale, anziché le solite spine per la birra, c’è un barilotto di rame con la beccaccia sopra. Su una mensola sopra il banco, poste a mò di matriosche, si possono ammirare le varie brocche della Becasse di varie misure; ci affrettiamo ad ordinare subito e ci gustiamo due Lambic doux accompagnate da 2 belle tartinone delle ardenne (campagnarde); ma qui è così bello che è difficile andarsene ed una Lambic tira l’altra, per poi concludere con la mamma di tutti i Lambic “La Cantillon” . Al termine di questo sano ristoro deci-
diamo di fare un pò di moto e ci mettiamo alla ricerca del mitico “Manneken Pis”. Trovatolo veniamo immediatamente attratti dal locale di fronte dal nome impronunciabile: “Poechenellekelder” in Rue du Chêne 5. Io, quasi da eretico, bevo una Jupiler mentre mastro Denis prende una Faro. Decidiamo quindi di concludere anche questa serata al Toone. Stavolta niente Kwak ma decidiamo di provare una
“Maredsous 8”, ottima ! Purtroppo siamo ormai all’ultimo giorno e terminata la colazione ci dirigiamo alla fermata del tram; saliti sul nr 23 partiamo alla volta del quartiere Heysel. Gironzoliamo intorno allo Stadio ed al Bruparck e, dato che non è possibile visitare l’Atomium (è in manutenzione), come da una nostra abitudine che prevede la visita ai locali (in questo caso alla Brasserie) meno conosciuti ma sicuramente più frequentati dalla gente del posto, ci addentriamo in un piccolo bar di periferia “Le Simonis” dove, mescolati con i clienti abituali, ci gustiamo due “Leffe Blonde”.
Usciti dal locale ci incamminiamo verso il centro e, giunti nei pressi della Grand Place, dato che ormai è mezzogiorno passato, ci intrufoliamo in un simpatico locale (di cui non ricordo il nome ma come indicazione posso dirvi che nella piazza di fronte si svolge spesso un mercatino e c’è una statua in bronzo raffigurante un uomo con dei baffoni che accarezza
un cane) dove come aperitivo prendiamo due “Premium Framboise” e quindi pranziamo con un arrosto e con i classici cavoletti di Bruxelles innaffiati da due ottime “Tongerlo” brune.
Nel pomeriggio proseguiamo alla scoperta dei locali principali ed entriamo “A l’Imaige de Notre Dame” al nr. 4 di Impasse des Cadeaux, dove con la nostra solita scodella di cubetti di formaggio, ci prendiamo due “Duvel” Il Locale è piuttosto piccolo ma carino, sito in un violetto, è uno dei pochi classici locali di Bruxelles dove al tempo il popolo si trovava per chiacchierare al ritmo di ottime birre. subito in sintonia con il barman e, assieme mentre ci gustiamo le nostre birre osserviamo il locale: dalla saletta d’entrata dove si trova il banco, si scorge un’altra stanza nella quale balza all’occhio un mobile particolare con un ranocchio posto nella parte superiore e diverse scansie numerate in quella inferiore; scopriamo che si tratta di un gioco dove si
getta una specie di moneta ed in base a dove si ferma si guadagnano dei punti che ovviamente verranno senz’altro convertiti in birra infatti io e Denis, assieme ad un simpatico cliente, conveniamo che lo scopo del gioco non può essere nient’altro che quello; così il giro lo offriamo noi ed assieme al nostro nuovo
amico ci beviamo 3 “Duchesse de Bourgogne”. Purtroppo oramai si è fatto tardi e così, a malincuore, lasciamo questo bel posticino e visto che la Becasse è a due passi decidiamo di dare l’arrivederci alla capitale con due ultime lambic, per poi dirigersi alla Gare du nord dove prenderemo l’autobus che ci porterà in aeroporto.I nostri 3 giorni sono terminati, ma vi assicuro che vissuti così sono più che
sufficienti. Au revoir Bruxelles, a la prochaine fois.
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